OGM TRA MITO E REALTA’

Anche quest’anno in Friuli si ripresentano purtroppo le solite provocazioni di chi, strumentalmente, per vantaggi propri e delle multinazionali agroindustriali che gli coprono le spalle, continua a seminare mais transgenico e propone pseudo sperimentazioni sul campo al solo scopo di sviare la giusta contrarietà dell’opinione pubblica a tale tipo di coltivazioni e all’ insostenibile industrializzazione e finanziarizzazione del sistema agricolo ed agroalimentare.
Ma se nell’ultimo biennio la contrarietà dimostrata dalle azioni della società civile e la definizione ed applicazione di leggi nazionali e regionali, seppur lacunose, hanno indebolito il fronte degli ogiemmisti in quelle zone, essi hanno trovato invece nuovo “terreno fertile” nel territorio di Colloredo di Monte Albano, in Provincia di Udine, trovando sostegno negli agricoltori della zona, affiancati da una figura “carismatica locale”, tal Taboga Leandro, autodefinitesi “biologo freelance”.
In quel Comune, infatti, da un paio di stagioni, su un appezzamento condotto dal Fidenato (di proprietà del Taboga) è stato realizzato un presidio permanente a favore delle coltivazioni ogm, con scopi pseudo scientifici che tendono a dimostrare l’innocuità sull’ambiente e le valenze colturali del mais bt Mon810.
In particolare si stanno effettuando “indagini scientifiche” (a loro dire) atte a scongiurare la nocività del polline bt sugli insetti non-target ed in particolare sui lepidotteri locali, inclusa la farfalla Monarca (oggetto di attenzione in studi scientifici internazionali e normative anti ogm), ed altre prove che dovrebbero dimostrare l’irrilevanza del grado di commistione tra colture transgeniche e convenzionali e l’innocuità dei residui derivati dalle piante ogm sugli organismi del suolo.
Inoltre viene propagandato che tali “esperimenti” fanno parte del progetto europeo denominato “AMIGA”, commissionato dall’EFSA e coordinato dal Prof. Salvatore Arpaia dell’ENEA, componente dell’EFSA stessa.
Parliamo con Prof. Gianni Tamino

col-a5vol2

Con quale diritto?

Già… Con quale diritto si può decidere di seminare -o distruggere- gli ogm? Fidenato semina secondo quello europeo; la forestale sequestra e distrugge secondo quello italiano.
E così la sceneggiata continua perchè l’agricoltore federato non molla perchè volle, fortissimamente volle ogm e perciò ora denuncerà i giudici che non lo lasciano fare.
La via del diritto però, in questo caso è la più storta, quella che, parlando di agricoltura oggi, non ti porta da nessuna parte. L’apertura o meno agli ogm richiede considerazioni un po’ più articolate tipo: come e che cosa coltivare con il suolo esausto, sterile e inquinato, con il clima cambiato, in un pianeta sempre più popolato e affamato… La domanda ha senso sia che si pensi nel grande che nel piccolo perchè ormai i nodi sono al pettine e districarli è sempre più difficile.
Una ricetta viene oggi da Rifkin, se pur lanciata da quella gran porcata che è Expo.

Con quale diritto?

La sfida di Fidenato: «Chiederò i danni ai giudici no Ogm»

L’imprenditore chiama in causa i magistrati di Cassazione «Sono perseguitato, basta spendere i soldi dei cittadini»

La prima semina di mais geneticamente modificato, messa in atto da Giorgio Fidenato, risale alla primavera di cinque anni fa, nei suoi campi di Vivaro e Fanna, posti subito sotto sequestro dalla magistratura per tre anni: indagato e processato per l’ipotesi di reato di coltivazione illecita di organismi geneticamente modificati, nel 2013 Fidenato è stato assolto «perché il fatto non costituisce reato». All’epoca, il giudice monocratico sospese il processo e chiese un parere alla corte di giustizia europea, che si pronunciò a favore dell’imprenditore agricolo di Fanna. A seguito di quella sentenza, l’Italia varò un decreto con le “misure di emergenza”, nel luglio 2013, vietando di fatto la coltivazione sul territorio nazionale di Ogm. A settembre dello stesso anno l’Ersa sostenne che non vi erano «evidenze scientifiche che possano supportare le misure di emergenza» mentre la corte di giustizia europea stabilì che la materia fosse di esclusiva competenza della commissione Ue. Lo stesso anno Giorgio Fidenato seminò e raccolse mais Ogm a Vivaro e Mereto di Tomba. Terza semina, nel 2014, a Vivaro, Fanna, Mereto di Tomba e Colloredo di Montalbano. Si mossero le Procure di Pordenone e Udine, perché nel frattempo era intervenuta anche la Regione. Il coltivato fu distrutto, ma i processi non sono ancora partiti. L’ultima semina, la scorsa primavera, a Vivaro e Colloredo. Il mais del primo appezzamento è stato distrutto proprio ieri dalla Forestale su ordine della Procura di Pordenone; nel secondo caso, invece, ha provveduto lo stesso Fidenato, senza rendere necessario l’intervento della magistratura. «E’ stata svolta una sperimentazione – ha detto – col consorzio Amiga, principalmente per studiare come il polline si diffonde in relazione alle correnti del vento e come reagiscono gli insetti». Sono stati conservati quattro metri quadrati di trinciato coperto «dove ogni settimana studiamo che tipo di insetti ci sono e come si comportano. I saggi, su mais Ogm e free, proseguiranno – ha concluso Fidenato – sino alla prossima primavera».di Enri Lisetto Giorgio Fidenato non ha ottemperato all’ordine della Procura di distruggere le coltivazioni di mais Ogm a Vivaro e così, ieri mattina, in un paio d’ore ci hanno pensato a farlo gli agenti del Corpo forestale. Ma il leader di Agricoltori federati non è stato con le mani in mano: «Denuncerò i giudici, in quanto devono rispettare il diritto europeo, superiore a quello italiano. Questa persecuzione deve finire». L’imprenditore agricolo sarà così uno dei primi a utilizzare la nuova norma sulla responsabilità civile dei magistrati, chiamando in causa la terza sezione penale della Cassazione che aveva legittimato il provvedimento di sequestro e distruzione del mais Ogm coltivato nel 2014, sentenza richiamata, lo scorso mese, da Procura e gip di Pordenone per ordinare la distruzione del coltivato 2015. Giorgio Fidenato ieri mattina non è andato a Vivaro. Mentre la Forestale distruggeva ciò che aveva seminato a maggio in duemila metri quadri di appezzamento (poi arato per evitare dispersioni), lui, nel suo ufficio, leggeva una comunicazione dagli Usa, accostandola a una pannocchia e a un chilo di farina Ogm appoggiate sulla scrivania: il brevetto ventennale è scaduto, gli agricoltori americani possono seminare soia Ogm «senza dare un euro alla Monsanto». Col provvedimento della Procura in mano, sbotta: «Esiste una giurisprudenza europea del 2011 che spiega chiaramente come si gestiscono le misure di emergenza. La valutazione e la gestione di un rischio grave e manifesto compete esclusivamente alla commissione e al consiglio europeo, sotto il controllo del giudice dell’Unione». Ad oggi, prosegue Fidenato, «la commissione Ue, nonostante lo Stato italiano abbia approvato un decreto che vieta il Mon 810 (il 12 luglio 2013, prorogato il 22 gennaio 2015), non ha modificato né ristretto l’autorizzazione alla semina. Io, cittadino europeo, rispetto il diritto comunitario». Eppure la terza sezione della Cassazione ha ritenuto legittimi sequestro e distruzione del coltivato in quanto «l’assemblea plenaria del parlamento europeo ha approvato la nuova legislazione in materia» che permette agli Stati membri di limitare o vietare le coltivazioni contenenti Ogm sul loro territorio. «Una sentenza pronunciata il 16 aprile, quando la legge sulla responsabilità civile dei magistrati era già entrata in vigore». Aspetti temporali non secondari, secondo il leader di Agricoltori federati: «Se il giudice nazionale ha dubbi, l’Europa non lo lascia solo, lo invita a rivolgersi alla Corte di giustizia». L’imprenditore agricolo si richiama all’articolo 2 della legge sulla responsabilità civile dei magistrati, laddove recita che «in caso di violazione manifesta del diritto comunitario si deve tener conto anche della mancata osservanza dell’obbligo di rinvio pregiudiziale ai sensi del Trattato sul funzionamento dell’Ue, nonché del contrasto dell’atto o del provvedimento con l’interpretazione espressa dalla Corte di giustizia». Ma, prosegue Fidenato, «si è scelto di “correre dietro” al Tar del Lazio e al Consiglio di Stato, che bloccano la coltivazione sulla base del principio di precauzione. Si spendono tempo e soldi dei contribuenti italiani – attacca – per una materia di competenza dell’Ue. Chiedo, quindi, ai giudici un rendiconto del tormento che mi viene provocato». Per farlo, Giorgio Fidenato si è affidato all’avvocato Edoardo Longo: «L’unico – chiosa con sottile polemica – che si è reso disponibile ad assistermi nella causa contro i giudici».

Dal Messaggero Veneto del 04 agosto 2015

mv-pn-4-8-2015

 

Mais ogm, nuova “provocazione” di Fidenato

Colloredo: nel campo di Laibacco il cereale, trinciato, sarà lasciato al suolo

COLLOREDO. «Questa volta abbiamo anticipato la Procura». Ci scherza su Giorgio Fidenato, leader di Futuragra, davanti alla sua ennesima provocazione messa in atto nella campagna pro Ogm. In questa occasione consiste nella trinciatura, spontanea, del mais transgenico coltivato a Laibacco, frazione del comune collinare.

Nessuna richiesta da parte della Procura, nessun arrivo al campo del Corpo forestale regionale, ma semplicemente la decisione di effettuare liberamente il taglio del mais transgenico. Fidenato e compagni hanno deciso di anticipare la trinciatura del mais Ogm seminato a Colloredo, per avviare una nuova sperimentazione scientifica in merito alle colture geneticamente modificate e per rispondere con i fatti alle nuove accuse mosse nei confronti delle coltivazioni transgeniche.

Dopo la dimostrazione dello scorso anno, che verteva sulla problematica di una possibile “contaminazione” per mezzo del polline Ogm su farfalle e piante non modificate, questa volta Fidenato insieme al biologo Taboga, suo braccio destro per gli studi sul campo di Laibacco, verificheranno il grado di tossicità del terreno Ogm, con la speranza di rimandare per l’ennesima volta le accuse al mittente.

«Abbiamo trinciato il mais – ha spiegato Taboga – che ora resterà così come giace sul suolo, per verificare l’andamento del processo di “degradazione” che solitamente conduce alla mineralizzazione del suolo. Così facendo, potremo osservare se gli esseri viventi che animano il terreno, fuori e dentro, (lombrichi, coleotteri, larve) vengano in qualche modo danneggiati dalla presenza del mais Ogm che a parere di molti è tossico.

Per permettere la conduzione dell’esperimento, che durerà fino a maggio del prossimo anno, posizioneremo a scacchiera sul campo una geo tela che consentirà al materiale di non seccarsi e di procedere con la degradazione. Per il resto lasceremo tutto così com’è e prenderemo nota dell’evolversi della situazione.

Questa volta, anche per evitare offese

nei nostri confronti non più tollerabili, agiamo in collaborazione con l’associazione AmigaProject che a livello europeo verifica l’impatto sul sistema agricolo delle colture modificate geneticamente». Attendendo il responso finale, il campo Ogm è aperto a tutti, fanno sapere da Futuragra.

di Luciana Idelfonso, dal Messaggero Veneto del 29 luglio 2015

image

Mais Ogm: «Vanno rimosse e distrutte le coltivazioni»

 

UDINE Il Coordinamento per la biodiversità del Fvg chiede «la rimozione e la distruzione immediata delle colture di mais Ogm a Vivaro e a Colloredo di Montalbano». Stante il ritardo con cui, secondo il Coordinamento, le istituzioni si muovono in risposta alle “provocazioni” relative alle semine di mais transgenico, «anche quest’anno ci troviamo di fronte al sequestro di colture in un avanzato stadio di crescita». La normativa vigente vieta le coltivazioni transgeniche «e considerata l’urgenza della situazione è necessario distruggere e rimuovere immediatamente la coltura di mais transgenico del campo di Vivaro sequestrato dalla Forestale e gli appezzamenti di Colloredo in cui sono state autodenunciate delle pseudo-sperimentazioni Ogm in campo aperto».

mv_23_07_15_cro-reg

DISTRUGGERE IMMEDIATAMENTE LE COLTIVAZIONI DI MAIS OGM PRESENTI A VIVARO E A COLLOREDO DI MONTE ALBANO!

Da quando nella nostra Regione si sono manifestate le prime provocazioni relative alle semine di mais OGM da parte del solito noto e sparuto gruppetto di “agricoltori”, le Istituzioni, si sono mosse sempre con ritardo e insufficiente determinazione, con il risultato che anche quest’anno ci troviamo di fronte al sequestro di colture di mais OGM in un avanzato stadio di crescita.
La normativa vigente vieta le coltivazioni transgeniche e considerata l’urgenza della situazione (che non si sarebbe realizzata se si fossero attuate delle misure cautelari già all’inizio della primavera) è necessario distruggere e rimuovere immediatamente la coltura di mais transgenico presente nel campo di Vivaro sequestrato pochi giorni fa dalla Guardia Forestale.
E’ ugualmente urgente che vengano sequestrati e distrutti gli appezzamenti di Colloredo di Monte Albano in cui sono state autodenunciate delle pseudo-sperimentazioni OGM in campo aperto, che non hanno nulla di scientifico, ma sono solo delle pagliacciate per depistare l’opinione pubblica. Infatti, il ridicolo “esperimento”, i cui promotori, in cerca di fama e finanziamenti pubblici, dichiarano falsamente essere interno ad un progetto europeo (Amiga, della durata di 4 anni, che si conclude con il 2015 e per il quale l’Italia non ha rilasciato alcuna autorizzazione) e che, per una parte, si basa sulla verifica della reciproca commistione tra le colture, deve essere invece considerato come una unica coltivazione transgenica e quindi totalmente ed immediatamente distrutto!

IL COORDINAMENTO PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ DEL FVG

La provocazione dell’agricoltore di Vivaro: utilizzare in cucina polline di mais da lui coltivato

Dopo averlo mangiato «stiamo bene e nessuno è morto. Abbiamo dato dimostrazione ancora una volta che non c’è nulla da temere»

La battaglia pro Ogm di Giorgio Fidenato ora passa dalla cucina: sabato sera, nella postazione allestita accanto a un appezzamento che conduce a Colloredo di Montalbano, l’agricoltore di Vivaro, assieme ad alcuni collaboratori, ha cucinato un piatto di riso basmati su cui è stato spolverato polline di mais Ogm appena raccolto. La foto di Fidenato dinanzi alla sua creazione è stata pubblicata su Facebook e in poco tempo ha fatto il pieno di commenti. Non sono mancate le telefonate da parte di amici amanti dell’arte culinaria per chiedere la ricetta. «Abbiamo fatto una prova – ha spiegato Fidenato –: un piatto di riso basmati ricoperto da una polvere gialla che sembra zafferano, ma in realtà è polline di mais Ogm fresco. Oggi stiamo bene e nessuno è morto: abbiamo dato dimostrazione, ancora una volta, che non c’è nulla da temere. E’ venuto il momento di sdoganare questi Ogm: sono i cibi biologici a fare male alla salute». Ora il team di Fidenato intende lanciare la ricetta anche sul sito http://www.movimentolibertario.com: prima, però, andranno apportate alcune migliorie. «Il polline del mais è dolciastro – ha fatto sapere –. Inoltre, è grossolano e non si è quindi amalgamato bene col riso. Forse bisognerebbe cuocerlo assieme e non spolverarlo sopra. Metteremo bene a punto la ricetta, prima di diffonderla. Faremo nuove prove e poi saremo pronti per il lancio ufficiale». Ma sabato sera non ci si è fermati al riso. «Abbiamo cucinato anche una polenta con farina di mais Ogm, raccolta lo scorso anno – ha raccontato l’agricoltore –. Anche in questo caso, però, si può fare di meglio: bisognerebbe utilizzare un mais vitreo o semivitreo, perché quello che abbiamo è troppo farinoso e non permette di cucinare un’ottima polenta. Il nostro obiettivo è lanciare anche questa farina sul sito: ne abbiamo ottanta chili a disposizione». La postazione sperimentale di Colloredo, dove Fidenato sta conducendo una sperimentazione a fini scientifici in collaborazione con Amiga, per rilevare la dinamica di spostamento del polline del mais, è diventata dunque anche una sorta di laboratorio di cucina, in cui testare ricette con prodotti Ogm. L’ennesima sfida dell’agricoltore, che non molla mai la presa e continua ad andare alla carica con nuove provocazioni.

Di Giulia Sacchi, dal Messaggero veneto del 20 luglio 2015