OGM in Friuli: sentenza rimandata e territori mobilitati

OGM in Friuli: sentenza rimandata e territori mobilitati

L’impressione è un po’ quella di Tito Livio, quasi duemila anni fa: mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata. Il tema degli OGM fa di sicuro discutere, l’Europa, l’Italia e in particolare il Nordest, ma le decisioni tardano, spostando in avanti incertezze, confusioni, vuoti normativi. Il Tar del Lazio ha infatti rinviato l’attesa sentenza sul ricorso presentato dall’agricoltore Giorgio Fidenato contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais Mon810.

La decisione, prevista inizialmente per il 9 aprile, potrebbe arrivare fra 45 giorni e se desse ragione all’imprenditore friulano, leader di Futuragra – che già in passato aveva seminato mais OGM nei suo campi di Vivaro (e nemmeno un mese fa ha lanciato il guanto di sfida annunciando che lo avrebbe rifatto) – potrebbe aprire le semine transgeniche in tutto il paese. Un’opportunità per alcuni, i grandi agricoltori estensivi di mais (unica cultivar transgenica approvata dall’UE), un grave rischio per la biodiversità, per le moltissime tipicità agroalimentari italiane (uno dei pochi comporti economici col segno più), per la possibilità di autodeterminazione degli agricoltori e degli stessi consumatori.

Il fronte del NO è formato, infatti, da piccoli agricoltori, in particolare biologici, da praticamente tutte le associazioni ambientaliste e molti consumatori indipendenti. La “Task force per un’Italia libera da OGM ” riunisce 39 associazioni di cui fanno parte, tra gli altri, anche Coldiretti, Campagna Amica, CIA, Città del Vino e Slow Food Italia. Secondo un sondaggio fatto da Legambiente in occasione della mobilitazione del 5 aprile, in molte piazze italiane, sarebbero contrari agli OGM il 98% degli italiani.

Nei giorni scorsi a Roma, il Ministro delle Politiche Agricole Martina, incontrando gli assessori all’agricoltura delle regioni italiane, «ha ribadito – si legge in una nota – l’intenzione del Governo di intervenire con ogni azione che si dovesse rendere necessaria, condiviso con le regioni un programma di lavoro, in modo da non lasciare spazio a dubbi e ambiguità, e che l’Italia è favorevole alla proposta della Presidenza greca dell’Unione Europea, che prevede una maggiore autonomia decisionale degli Stati membri sul tema OGM».

Qualche giorno prima gli assessori all’agricoltura di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino incontratisi al Vinitaly non hanno esitato a definire gli OGM “un boomerang anche comunicativo nei confronti del Made in Italy”. «Dobbiamo poter proporre ai mercati prodotti di altissima qualità, tipici, spesso unici, scevri da modificazioni genetiche e rischi di inquinamento, che possano spuntare nel mondo prezzi e ricavi capaci di far vivere e dare prospettiva di crescita alla nostra agricoltura, al di fuori di logiche di mondializzazione che finirebbero per farci subire il mercato e non esserne protagonisti», hanno dichiarato in un comunicato congiunto.

C’è da crederci, stando ai dati AIAB – Associazione Italiana Agricoltura Biologica: in Italia, nel primo semestre 2013, in tempo di crisi, nonostante il calo del 3,7% dei consumi alimentari convenzionali, si è registrato un incremento dell’8,8 % dei consumi di biologico (rilevazione Ismea Gfk-Eurisko). I consumatori viaggiano dunque in direzione opposta a quella imboccata da una parte del mondo rurale, che afferma che le coltivazioni transgeniche sono necessarie a incrementare il reddito agricolo. Il problema del reddito risicato è invece più probabilmente, secondo altri, insito nell’attuale modello di filiera agroalimentare. Giusto un esempio: un chilo di mele Golden Delicious viene pagato all’origine, ossia a chi lo coltiva, 0,62 euro/Kg, mentre arriva all’ingrosso ad un prezzo medio di 1,78 euro/Kg per la qualità superiore (osservatorio prezzi Ismea), con il conseguente aumento di prezzo al consumo.

Il posticipo della sentenza del Tar lascia col fiato sospeso più di tutti il Friuli Venezia Giulia, regione che la presidente Serracchiani aveva definito “sotto l’attacco degli OGM”. Il disegno di legge presentato a fine marzo dalla Giunta regionale è riuscito, però, a scontentare quasi tutti i contrari agli OGM – per cui il testo è troppo morbido e aprirebbe alla coesistenza – e i favorevoli, tanto che Fidenato ha minacciato di chiedere i danni all’ente e di denunciare alla Corte dei conti l’operato dei consiglieri regionali che lo hanno votato. Pochi giorni dopo, con un blitz, gli attivisti dei Centri Sociali e di Altragricoltura hanno invaso a Vivaro il campo dell’imprenditore di Futuragra e imbrattato e lanciato fumogeni contro la casa del presidente dell’associazione Silvano Dalla Libera, con tutto il seguito, inevitabile e giustificato, di reazioni contro la manifestazione violenta. Un grande classico dell’ambientalismo estremista, che riesce sempre a far passare dalla parte del torto le proprie buone ragioni.

Al contrario, domenica scorsa, il Coordinamento per la tutela della biodiversità Fvg, che da anni cerca di informare e stimolare il dibattito tra cittadini e istituzioni, ha organizzato una manifestazione pacifica in un campo limitrofo, fedele alla linea intrapresa da tempo. «Una festa a microfoni aperti con 200 persone – commenta Viviana Castellarin, portavoce del coordinamento – Alcuni ricercatori hanno presentato le tesi di dottorato e studi che spiegano come gli OGM siano inutili dal punto di vista agronomico quando non addirittura correlati con problemi di allergie e intolleranze alimentari».

E l’attivista punto il dito contro quello che definisce “euro-delirio”: «purtroppo la legislazione europea non è sufficientemente chiara e ciò produce interpretazioni contraddittorie e margini per seminare abusivamente gli OGM. La ricerca scientifica, oltretutto, spesso non è libera ma guidata da interessi economici delle grandi lobby. Per noi il tema delle coltivazioni transgeniche è di ampio respiro, è fondamentale una progettualità politica di medio e lungo periodo, costruita insieme da istituzioni, cittadini, produttori, consumatori».

E non si può dire che l’approccio low profile del coordinamento non abbia portato frutti a livello locale. Sei i comuni che finora si sono dichiarati antitransgenici (Tramonte di Sotto, Sequals, Casarsa della Delizia, Andreis, Budoia), uno che ha aderito all’appello di Vandana Shiva (Monterale), una provincia, quella di Gorizia, che prima della regione ha emanato un’ordinanza con cui fa proprio il dispositivo del decreto interministeriale di luglio 2013, vietando la coltivazione di mais MON 810 sul territorio provinciale. Nei giorni scorsi altri due comuni si sono dichiarati contrari agli OGM (Fontaniva e Torri di Quartesolo), e altri trentadue stanno valutando la proposta presentata dai loro cittadini.

Alessandra Sgarbossa

http://www.greenews.info/pratiche/ogm-in-friuli-sentenza-rimandata-e-territori-mobilitati-20140414/

Sentenze del Tar del Lazio e del Tribunale di Udine in materia di OGM Riflessioni e considerazioni

I vari provvedimenti legislativi di volta in volta emanati dalle nostre Istituzioni sulla questione degli OGM, non finiscono mai di stupirci per la loro profonda contraddittorietà.

In questo caso ci riferiamo alle recenti sentenze della Magistratura che riguardano due vicende: una è il ricorso al TAR del Lazio contro il Decreto Interministeriale 187 del 10 agosto 2013 emanato dal Governo, che vieta in Italia la coltivazione degli OGM per diciotto mesi e l’altra è il processo del Tribunale di Udine a un agricoltore friulano che aveva seminato mais transgenico nel 2011.

La stretta relazione tra le due vicende giudiziarie è particolarmente evidente, tenuto conto dell’imminente avvio della nuova annata agraria, caratterizzata da una serie di dichiarazioni da parte di alcuni agricoltori che annunciano la volontà di seminare varietà transgeniche determinandone la loro diffusione, con conseguenze gravi e irreversibili sull’ambiente, l’agricoltura e la salute.

La decisione del Tar di rinviare la sentenza sul suddetto Decreto Interministeriale di quarantacinque giorni, (di là dei risultati che prevediamo a favore del ricorrente), ci appare ispirata dal buonsenso e volta ad impedire l’aggravarsi della deriva transgenica per l’anno in corso. Invece, non è stata così oculata la decisione della magistratura locale di emanare, nello stesso giorno, la pur scontata assoluzione dell’agricoltore friulano.

Al solito, come le contraddizioni emerse lo scorso anno, tra la Regione FVG e il Governo nazionale, hanno favorito la coltivazione e il raccolto dei primi campi transgenici in Italia, ugualmente le attuali contraddizioni tra Magistratura locale e nazionale, continuano a incoraggiare le criminali provocazioni di quel manipolo di produttori, favorevoli all’introduzione di colture ottenute con tecniche transgeniche, al soldo delle multinazionali.

In questi giorni, subito dopo la sentenza friulana, abbiamo osservato un trattore che stava seminando sullo stesso campo che l’anno scorso era stato coltivato a OGM dal proprietario.

Se si trattasse ancora di una semina transgenica, in quel campo come in altri di chiunque altro, noi lo segnaleremo e verificheremo presto se le Istituzioni locali avranno il coraggio di applicare coerentemente i disposti legislativi, seppur deboli e temporanei, che vietano la coltivazione di mais MON810 ( ad es. la moratoria della Regione FVG), distruggendo immediatamente le colture e sanzionando i responsabili di quelle semine.

Lo ripetiamo da mesi, da anni, è assolutamente necessario impedire la diffusione di coltivazioni transgeniche su tutto il continente europeo (e a livello globale) modificando il contorto e contraddittorio sistema normativo che regola la diffusione degli OGM a favore della libertà di scelta degli Stati membri, a difesa della sovranità alimentare e per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile in stretta relazione con il territorio e la produzione di cibo sano.

Nel frattempo, è necessario che le nostre Istituzioni resistano alle pressioni delle multinazionali e alle attuali ingerenze della Commissione europea, emanando norme di divieto generalizzato su tutto il territorio nazionale, abbandonando definitivamente ogni riferimento alla coesistenza o alla definizione di sole zone ogm free, come invece intendono fare.

Infatti, sia la “nuova” modifica della LR del FVG ( che il neo ministro all’agricoltura, Maurizio Martina, vuole adottare a livello nazionale), sia le direttive della Commissione Agricoltura girate agli europarlamentari italiani, sono orientate verso quel tipo di provvedimenti. Altri Stati, come recentemente la Francia, stanno dimostrando molta più coerenza e determinazione. Speriamo possano servire da esempio.

COORDINAMENTO TUTELA BIODIVERSITÀ FVG

 

RESOCONTO ASSEMBLEA DEL COORD TUTELA BIODIVERSITA’ FVG del 09 aprile 2014

 

VALUTAZIONI E RIFLESSIONI SULL’INIZIATIVA DEL 06 APRILE
Tutti i presenti esprimono una valutazione molto positiva per la riuscita dell’iniziativa di domenica 06 aprile, siamo riusciti, nonostante il divieto della questura, ad avere una buona partecipazione, senza forzature ottenendo al contempo anche una buona visibilità mediatica: il TG3 regionale ci ha data la pagina di apertura all’edizione pomeridiana, e rimandato il servizio in serata, il Messaggero ha fatto un ottimo articolo, Il Gazzettino ha cercato di essere superpartes, con Furutagra, scrivendo un articolo di scarsa qualità. In sintesi siamo riusciti a tenere unito il fronte contrario agli OGM senza che questo si dividesse tra “buoni e cattivi”.
Dobbiamo ritenenrci pienamente soddisfatti anche sul piano organizzativo, non solo durante la manifestazione ma anche la settimana che l’ha preceduta dimostrando ottime capacità decisionali e alta determinazione nel portare a termine quanto ci erravamo prefissati.
Si evidenzia la ricchezza dei contenuti espressi durante l’iniziativa, da parte di tutti gli interventi, ma un plauso particolare è strato fatto a David, il quale ha saputo fare una sintesi efficace della sua tesi ( di cui abbiamo fatto girare in mailinglist il suo abstract), usando un linguaggio accessibile a tutti, senza banalizzare i contenuti. Siamo riuscì a coinvolgere persone che altrimenti non sarebbero stati presenti e questo è il risultato del lavoro che da mesi portiamo avanti nel territorio con il territorio.
Con rammarico invece viene evidenziato la presenza ambigua di un’anonima jeep bianca, posta a qualche centinaio di metri dal luogo in cui si svolgeva l’iniziativa, dentro la quale si trovavano agenti in borghese che filmavano e fotografavano coloro che passavano per manifestare il proprio dissenso agli OGM. Da tutti è stata valutata come violazione della libertà individuale e valutato come un metodo intimidatorio e dissuasivo. Uno dei presenti racconta di essere stato fermato senza che venisse mostrato alcun tesserino di riconoscimenti e senza una motivazione concreta.
Inoltre è stato evidenziato che un produttore abbia prestato un suo appezzamento per permettere comunque l’iniziativa abbia di fatto rotto il fronte, per lo più mediatico che i produttori locali sono tutti favorevoli a coltivazioni OGM, portando dalla nostra parte la Coldiretti.

SENTENZA DEL TAR
Il Tar in realtà non si è espresso, ha rimandato la sentenza a 45 giorni (vedi email), questo a nostro parere è un atteggiamento difensivo da parte della Magistratura Nazionale, la quale è evidente che registra una certa tensione intorno a questo tema, dall’altra è un sollecito al Governo a legiferare in maniera precisa e definitiva sugli OGM. Lo stesso giorno la magistratura locale ha assolto un produttore della provincia di Udine ” perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”, questo fa emergere la posizione politica nettamente favorevole agli OGM.
Si è deciso di fare un comunicato stampa in merito, anche e per stigmatizzare la buona riuscita dell’iniziativa del 6 aprile.
In Regione è stata comunque approvata una moratoria, debole e transitoria, ma pur sempre esistente, per tanto se non si riscontrano delle azioni di rispetto della normativa vigente, come è successo nel 2013 in cui l’amministrazione regionale ha continuamente rimpallato con il Governo nazionale che ha portato alla raccolta e vendita del MON 810, diventerà indispensabile fare una manifestazione a Trieste.

PROSEGUIMENTO DEI LAVORI
La fase in cui troviamo ci vede nella necessità di attuare delle azioni concrete.
Si continua con i comuni antitrangenici.
Si è pensato di fare delle iniziative divulgative, informative sul territorio con produttori e consumatori, da decidere e organizzare alla prossima assemblea.
Flash mob, con volantinaggio fuori dai supermercati, da definire e organizzare alla prossima assemblea.

Comunicato divieto questura

La Manifestazione del 6 aprile si farà comunque in un terreno privato nei dintorni di Vivaro
Come già anticipato a mezzo stampa, abbiamo organizzato per domenica 6 aprile a Vivaro (PN) un presidio contro le semine Ogm, con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di una mobilitazione più ampia per chiedere interventi urgenti affinché si eviti una diffusione delle colture OGM, per bloccare il regolamento regionale sulla coesistenza, per sostenere una modifica della normativa europea che introduca la possibilità per gli Stati membri di vietare le coltivazioni OGM sul proprio territorio, per mettere in discussione un modello agricolo-industriale fallimentare e promuovere un alternativa concreta.
Dopo regolare notifica, il questore di Pordenone, con un atto tipo “colpirne uno per educarne cento”, ci vieta lo svolgimento dell’iniziativa con motivazioni a dir poco pretestuose che hanno l’unico scopo di tapparci la bocca e limitare il nostro diritto a manifestare. Un provvedimento che ci ricorda i peggiori regimi liberticidi del secolo scorso soprattutto perché il divieto é valido anche nell’ipotesi volessimo svolgere la manifestazione in località diversa da Vivaro.
Non capiamo come sia possibile sollevare infondate questioni di ordine pubblico quando in realtà la nostra attività é sempre stata alla luce del sole e durante le nostre iniziative non si sono mai registrati problemi di questo tipo.
Forse l’unica intenzione del questore é togliere di mezzo una realtà scomoda come la nostra che in un anno di attività é riuscita a raccogliere migliaia di firme con l’appello “per una regione ogm free”, a sostenere la campagna “comune anti-transgenico”, sottoscritta da diversi comuni della provincia di Pordenone e a denunciare le ambiguità di Regione e Governo nella lotta per la messa al bando degli Ogm.
Non possiamo accettare diktat o condizioni non negoziabili che limitano la nostra agibilità politica e pertanto, respingiamo questo insensato divieto al mittente.
Di fronte a questi provvedimenti repressivi, ribadiamo il nostro legittimo diritto a manifestare liberamente e per questo abbiamo pensato di confermare l’iniziativa del 6 aprile nei dintorni di Vivaro in uno spazio privato dove liberi/e cittadini/e potranno incontrarsi per confrontarsi e discutere senza che alcuna autorità possa impedirlo. Per saperne di più visitate il sito biodiversitafvg.wordpress.com
Non sarà un grigio funzionario dello Stato seduto su una comoda poltrona dietro la sua scrivania a fermare la nostra lotta!
Invitiamo produttori, associazioni e cittadinanza a partecipare!

Coordinamento Tutela Biodiversità FVG

OGM: SOLITI PASTICCI TEMPORANEI IN FVG

Il 9 aprile il Tar del Lazio sarà chiamato ad esprimersi sulla conformità del Decreto Interministeriale 187 del 10 agosto 2013 che proibisce per 18 mesi, fino al dicembre 2014, la coltivazione sul territorio italiano del Mon810 (che l’anno scorso la nostra regione non ha voluto applicare favorendo la coltivazione e la raccolta dei campi transgenici coltivati in Friuli), con il rischio concreto di lasciare un pericoloso vuoto legislativo.

Inoltre, quest’anno gli agricoltori che semineranno mais Mon 810 potrebbero essere molti di più dei soliti “Futuragrini” friuilani, come rilasciato nelle dichiarazioni di alcuni agricoltori in Veneto e in Lombardia.
Se ciò avvenisse, le conseguenze per l’ agricoltura, l’ambiente e la salute sui nostri territori sarebbero molto gravi ed assumerebbero una dimensione irreversibile.
In questi giorni la Regione FVG, dopo un recente incontro tra gli assessori regionali all’agricoltura e il neo Ministro Maurizio Martina, ha deciso di rivedere parzialmente le proprie posizioni in materia, accantonando le “inadeguate”norme sulla coesistenza predisposte negli ultimi mesi e modificando nuovamente la legge regionale 5/2011 (che originariamente già vietava le coltivazioni transgeniche), introducendo un nuovo divieto che fa capo alla normativa europea sulla coesistenza per la definizione di Zone Ogm Free (art. 2.4 della Racc. CE del 13/07/2010).

Nell’attesa che la Commissione europea sia esprima su quest’ultimo provvedimento, la regione ha deciso di emanare una “moratoria”che vieti per 12 mesi le semine ogm.

SI TRATTA DI UN ENORME PASTICCIO!!

Noi vorremmo essere i primi ad esultare per i citati provvedimenti, ma, sperando che almeno possano limitare le annunciate nuove semine del 2014, dobbiamo esprimere una forte perplessità sulla loro valenza.

Infatti i riferimenti normativi utilizzati dalla regione per vietare gli ogm fanno comunque capo alle misure europee sulla Coesistenza, secondo le quali bisogna dimostrare che non si può impedire con altri mezzi la commistione tra le colture. Non basta dunque annunciare il principio sulla carta, come pretendono di fare i nostri amministratori, e per questo la commissione europea potrà facilmente e tempestivamente contestare i provvedimenti friulani. La stessa moratoria di quest’ultimi giorni risulta molto debole e facilmente impugnabile.

In sostanza le nostre istituzioni continuano a fare gli stessi errori, cercando soluzioni che possano trovare la compiacenza degli enti europei, favorendo così le multinazionali.

È dunque giunto il momento di opporci fortemente ai continui provvedimenti ambigui e contraddittori dei nostri governanti che ci espongono alla contaminazione colturale e culturale delle coltivazioni transgeniche che da anni le multinazionali tentano di imporci tramite i loro servi locali!
Occorre una mobilitazione ampia di tutta la società civile, delle associazioni ecologiste e di categoria, degli agricoltori bio e delle associazioni dei consumatori per:

  • chiedere che il Governo applichi definitivamente una nuova “Clausola di salvaguardia” che vieti gli ogm su tutto il territorio nazionale, senza limiti temporali e al di là delle sentenze pendenti sull’attuale decreto interministeriale ( come, ad esempio, recentemente ha fatto la Francia)
  • sostenere la modifica della normativa europea sugli  a favore della possibilità per gli Stati membri di vietare le coltivazioni OGM sul proprio territorio e nella prospettiva di un’ Europa libera dagli ogm. In merito è gia in discussione un provvedimento, proposto nel 2010, più volte emendato e che la stessa Commissione europea chiede che venga portato a termine ( le imminenti elezioni europee sono una occasione unica da non perdere)
  • impedire l’autorizzazione di nuove varietà transgeniche negando subito e definitivamente la recente richiesta per il mais Pioneer1507
  • garantire la completa tracciabilità dei prodotti presenti sul mercato e la definizione di filiere veramente libere da OGM

A chi ci governa chiediamo, una volta per tutte, di attuare provvedimenti adeguati e coerenti che blocchino definitivamente l’attuale deriva transgenica e soprattutto di avere poi il coraggio di applicarli, cose che finora non sono mai successe!!

 COOORDINAMENTO PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ FVG

DOMENICA 06 APRILE A VIVARO-PRESIDO CONTRO LE SEMINE OGM

9 aprile il Tar del Lazio sarà chiamato a esprimersi sulla conformità del Decreto Interministeriale 187 del 10 agosto 2013 che ha “proibito” (si fa per dire) per 18 mesi, fino al dicembre 2014, la coltivazione sul territorio italiano del Mon810, con il rischio concreto di lasciare un pericoloso vuoto legislativo. Inoltre, quest’anno c’è il pericolo che gli agricoltori che semineranno mais Mon 810 non saranno solo due, come nel 2013, ma potrebbero essere molti di più, come provato dalla volontà dichiarata di alcuni agricoltori in Veneto e in Lombardia di voler procedere con tali semine.
La battaglia sugli OGM potrebbe, per tanto, subire una svolta irreversibile modificando la situazione a favore degli amici della Monsanto.
La Regione FVG continua a mantenere una posizione ambigua: mentre l’assessore all’agricoltura Bolzonello fa la “voce grossa” minacciando una moratoria, appellandosi al neo-ministro dell’agricoltura Maurizio Martina “di attivarsi predisponendo molto velocemente tutte le misure necessarie a bloccare la semina di mais Mon810”, lo stesso vuole introdurre il regolamento sulla coesistenza, aprendo la strada alle colture OGM e facendo da “apripista” per le altre regioni italiane.
Occorre una mobilitazione ampia di tutta la società civile, delle associazioni ecologiste e di categoria, degli agricoltori bio e delle associazioni dei consumatori per chiedere interventi urgenti affinché si eviti una diffusione delle colture OGM, per bloccare il regolamento regionale sulla coesistenza e per sostenere una modifica della normativa europea che introduca la possibilità per gli Stati membri di vietare le coltivazioni OGM sul proprio territorio. La battaglia contro gli OGM é un’importante occasione per mettere in discussione un modello agricolo-industriale fallimentare, all’origine di grossi problemi ambientali. Il paradosso é che i fautori della cosiddetta “rivoluzione verde” oggi ci vogliono imporre le loro ricette per la soluzione di problemi che loro stessi hanno creato.