DELIBERA DEL COMUNE DI PRATA DI PORDENONE

COMUNE DI PRATA DI PORDENONE

Provincia di Pordenone

Gestione Ambientale Verificata n° IT-000639

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE __________

OGGETTO: MOZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE “CAMBIARE PRATA” PER LA DICHIARAZIONE DI PRATA DI PORDENONE COME COMUNE ANTITRANSGENICO.

L’anno 2013, il giorno 29 del mese di NOVEMBRE alle ore 20:00 e seguenti, in seguito a convocazione disposta con invito scritto e relativo ordine del giorno notificato ai Consiglieri ai sensi dell’art. 6 del vigente regolamento del Consiglio Comunale, presso la sala consiliare si è riunito il Consiglio Comunale in sessione ordinaria, seduta pubblica di prima convocazione.

Fatto l’appello nominale risultano:

ANNO 2013

N. 61 del Reg. Delibere

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Presente/Assente

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DOTT. FAVOT DORINO

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Sindaco

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Presente

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SIG. BOER STEFANO

Consigliere

Presente

SIG. CERESER GIOVANNI

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Assessore

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Presente

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SIG. CESCON CANDIDO

Consigliere

Presente

DOTT. GASPAROTTO DANIELE

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Assessore

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Presente

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DOTT. GIACOMET SIMONE

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Vice Sindaco

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Presente

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SIG. MACCAN MARZIO

Assessore

Presente

SIG. PICCININ DAVIDE

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Consigliere

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Presente

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RIZZI SERGIO

Consigliere

Presente

ING. ROS YURI

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Assessore

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Presente

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SIG. ROSSETTO MAURIZIO

Consigliere

Presente

GEOM. BELFANTI NERIO

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Consigliere

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Presente

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SIG. DE MARCHI DENIS

Consigliere

Presente

SIG.RA PIGOZZI NADIA

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Consigliere

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Presente

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SIG. ROSSETTO WALTER

Consigliere

Presente

SIG. CEOLIN ANDREA

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Consigliere

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Presente

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SIG. PUIATTI MORENO

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Consigliere

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Presente

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Partecipa ilSegretario ROVER DOTT. PAOLA.

Comune di Prata di Pordenone – Deliberazione n. 61 del 29/11/2013 1

Constatato il numero degli intervenuti, assume la presidenza il Sig. FAVOT DOTT. DORINO nella sua qualità Sindaco ed espone gli oggetti inscritti all’ordine del giorno e su questi il Consiglio Comunale adotta la seguente deliberazione:

Comune di Prata di Pordenone – Deliberazione n. 61 del 29/11/2013 2

OGGETTO: MOZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE “CAMBIARE PRATA” PER LA DICHIARAZIONE DI PRATA DI PORDENONE COME COMUNE ANTITRANSGENICO.

IL CONSIGLIO COMUNALE

Preliminarmente il Sindaco dà lettura della mozione in oggetto presentata dal gruppo consiliare “Cambiare Prata” nel testo che di seguito si riporta:

“I sottoscritti consiglieri comunali avendo esaminato la documentazione pervenutaci (e di cui hanno reso edotti i colleghi in consiglio comunale) ed essendo noti i recenti fatti di cronaca hanno visto aziende friulane al centro di una diatriba sulla semina di mais geneticamente modificato da sementi di una nota multinazionale,

Valutato che pur non essendo accertata con sicurezza scientifica la pericolosità per la salute dei cibi contenenti prodotti agricoli OGM, vale sempre il “principio di precauzione” che chiunque applicherebbe anche al bancone del negozio se avesse la possibilità di scelta tra un prodotto garantito non OGM ed uno OGM;

Accertato che gli studi delle principali associazioni di categoria degli agricoltori hanno dimostrato che non c’è una convenienza economica nella produzione di prodotti OGM (maggior costo delle sementi e una produttività);
Tenuto conto che legare la nostra agricoltura per la fornitura delle sementi alle multinazionali straniere renderebbe il nostro comparto agricolo ancora più debole;

Considerato che recenti disposizioni UE e molti paesi europei limitano ed addirittura vietano l’importazione di prodotti agricoli OGM o contaminati (non ultimo il miele delle api ad esempio);

IMPEGNANO IL SINDACO E LA GIUNTA

  1. Ad impedire, sulla base del principio di precauzione e della valutazione degli aspetti socio- economici, che sul territorio del Comune di Prata di Pordenone vengano coltivati, allevati, sperimentati in campo aperto, trasportati e commercializzati organismi geneticamente modificati;
  2. A mettere in atto ogni intervento di competenza dell’amministrazione comunale sul controllo della qualità degli alimenti agricoli e di allevamento prodotti sul territorio;
  3. A invitare le aziende fornitrici di pasti e derrate nelle mense pubbliche e scolastiche a dichiarae formalmente il non utilizzo di alimenti contenenti OGM;
  4. A dichiarare il Comune di Prata di Pordenone “COMUNE ANTITRANSGENICO” e di pubblicizzare la delibera tramite l’apposizione di tale denominazione nei cartelli di ingresso e di saluto del Comune e/o sul sito internet ufficiale.Il Sindaco cede quindi la parola al Consigliere Puiatti (Cambiare Prata) che interviene

come segue: “ Questa iniziativa ci è stata sollecitata da diversi interlocutori sul territorio e devo dire che siamo partiti da due principi che abbiamo condiviso anche in Conferenza dei Capigruppo, soprattutto con il collega Rizzi, che ovviamente è del settore e fa parte anche di una associazione di categoria degli agricoltori. Le cose principali da dire sono queste: il principio di precauzione su cui ci basiamo non è tanto su una questione di salute, perché c’è una diatriba ancora in atto e lo scontro tra scienziati pro e contro, quelli che dicono che praticamente il prodotto non fa male e chi dice, invece, che ci sono dei dubbi, questo forse negli anni si riuscirà a stabilirlo. Vale sempre – come dicevamo – però il principio di precauzione ossia nel dubbio cerchiamo di evitare.

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La cosa che però ci fa dire che deve essere fatta una scelta ad un certo punto è più anche di carattere economico, abbiamo condiviso anche con il collega Rizzi il fatto che i prodotti OGM e la loro importazione è vietata in molti paesi, anche i prodotti contaminati vengono effettivamente danneggiati, soprattutto nella parte anche commerciale, esportare all’estero un prodotto che non può essere dichiarato non OGM è un danno sicuramente per la nostra agricoltura, non ultimo (come ho esemplificato nella mozione) il fatto che ci sono notizie che la Germania sul miele per le api ha iniziato a fare delle valutazioni sul fatto che ci siano delle contaminazioni, l’Austria e la Grecia ad esempio vietano sia produzione (come vietano quasi tutti i paesi europei) ma anche l’importazione di prodotti OGM, pensiamo al danno che potrebbe avere anche il comparto agroalimentare italiano e soprattutto il nostro con la vicina Austria, che è un paese che effettivamente importa anche alcuni prodotti nostri, Prosciutto di San Daniele, alcune catene di supermercati hanno già linee di prodotti non OGM proprio per mantenere la tipicità e anche in Regione abbiamo la Blave di Mortean, sul mais ad esempio e altre iniziative che puntano sulla qualità.

Questa nostra iniziativa per quello che può fare il Comune, di dichiarare la sua contrarietà alla semina di prodotti OGM, soprattutto per quello che riguarda la diatriba sul mais effettivamente, poi sul fatto che si esorti anche chi fornisce i prodotti per le nostre mense scolastiche a fornire dei prodotti che non contengano OGM e a dichiararci proprio come Comune che fa questa scelta direi che è una iniziativa anche sul piano culturale ma soprattutto lancia un messaggio. Questo momento è un momento di crisi ma un momento anche di scelte, ovviamente nessuno ha la verità in tasca e potrà esserci chi dirà che ci sono anche dei vantaggi, sicuramente, però è una scelta che guarda secondo me anche a lungo raggio e penso che riuscire già a dare questo segnale e a fare quel poco che il Comune può fare credo sia un buon segnale. Vi ringrazio.

Lascio la parola probabilmente anche al collega Rizzi, che ne sa più di me e che è un esperto del settore, grazie.”

UDITI gli interventi di seguito riportati:

Consigliere Rizzi (Progettiamo il Futuro): “Come già discusso in Conferenza dei Capigruppo concordo ovviamente con la tesi che oggi come oggi è bene stare un po’ lontani dagli OGM. Confermo che non è tanto poi un discorso salutistico in quanto sono abbastanza contrapposti i pareri, se da una parte non c’è un dato scientifico che accerti la pericolosità del prodotto dall’altra ci sono delle valutazioni in cui dicono che produrre organismi geneticamente modificati può avere dei vantaggi dal punto di vista ambientale, ossia minori trattamenti, soprattutto per quanto riguarda ad esempio il mais eliminazione per gran parte se non totalmente delle micotossine, che sono decisamente pericolose, quindi c’è questa diatriba tra pro e contro. Si sono schierati pro anche luminari tipo Veronesi e quindi sul fatto della pericolosità io non andrei tanto a discuterne, perché non vorrei che poi magari alla lunga venisse fuori che sono più i vantaggi che gli svantaggi. Concordo, come abbiamo già detto che in questo momento, vista la tipicità dell’agroalimentare nazionale o locale, differenziarci dagli altri produttori e non entrare nella globalizzazione anche sull’agroalimentare sicuramente da un punto di vista commerciale può essere, almeno in questo momento più utile.

Ovviamente da parte nostra c’è l’intenzione di aderire alla mozione. Poi per quanto riguarda tutte quelle limitazioni lì magari forse qualcosa si potrebbe discutere, nel senso anche l’inserimento di cartelli stradali, considerando effettivamente…”

Consigliere Puiatti: “C’è un “e/o” e quindi facciamo la valutazione prima magari sul sito e poi…”

Consigliere Rizzi: “Esatto, concordiamo sul fatto che siamo favorevoli a rendere il Comune antitransgenico.”

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Il Sindaco: “Altri interventi sul tema? Se non ci sono intanto altri interventi volevo fare queste considerazioni in merito: sulla parte sostanziale nulla da dire, perché è già stato ben detto da entrambi gli interventi, sia la parte scientifica che non dà esiti certi né in un senso né nell’altro e sulla parte invece economica su cui giustamente, anche se noi siamo nel nostro piccolo, dobbiamo cercare di t ute lare le nost re prod uzio ni loca li, le no str e t ip ic ità e inso mma t ut to que llo c he p uò contraddistingue sia a livello di identificazione delle nostre produzioni in termini proprio qualitativi ma anche su quello che è il nostro territorio. Quindi dal punto di vista che è stato ben detto prima siamo assolutamente d’accordo.

Sulla stesura del testo ci sarebbero alcune considerazioni da fare, ci abbiamo ragionato sopra anche come maggioranza e sono le seguenti: sul punto primo viene detto di impedire, tra le altre cose, il trasporto degli organismi geneticamente modificati, allora impedire il trasporto da un punto di vista proprio della possibilità materiale di farlo diventa abbastanza critico da un punto di vista gestionale proprio perché non so, io vedo qua il Maresciallo dei Vigili, già sono in preda a tanti di quegli adempimenti e a tante di quelle competenze e se li mettiamo anche a controllare chi passa per il territorio di Prata trasportando alimenti OGM o meno diventa abbastanza critico. Perciò la proposta su questo primo punto sarebbe quella di eliminare i trasportati proprio per una questione pratica, ecco, detta proprio in soldoni.

L’altra cosa su cui abbiamo ragionato, sul punto due nulla da dire, sul tre invece, dove si invita le aziende fornitrici di pasti e derrate nelle mense pubbliche e scolastiche, invece “di dichiarare formalmente il non utilizzo di alimenti contenenti OGM” “di invitare le aziende a non utilizzare alimenti contenenti OGM”, nel senso qual è il problema che sta a monte? Che innanzitutto le ditte che hanno l’appalto in corso della mensa scolastica debbono rispettare un capitolato e quindi non credo ci sia una citazione all’interno del capitolato sugli OGM o meno, per cui l’azione che può fare però sicuramente l’Amministrazione è quella di invitare queste ditte, appunto, a non utilizzare questi tipi di alimenti e quindi resta comunque la sostanza della cosa però è chiaro che se io gli faccio dichiarare formalmente vado un po’ a forzare quello che può essere un capitolato attuale, magari nel futuro gli diciamo “Vedi di scriverlo o di dichiararlo in maniera formale che non fai utilizzo di questi tipi di alimenti”.

Poi sull’ultimo punto anche qua abbiamo fatto una valutazione e oggi come oggi in questo momento così di incertezza proprio su quello che può essere l’OGM, le coltivazioni e quello che va ad influenzare, poi qualcuno tecnicamente mi dirà che non parlo bene ma cerco di spiegarmi, magari se uno coltiva ad esempio il mais OGM in un appezzamento di terreno che sta esattamente a confine con il Comune di Brugnera questo potrebbe andare a contaminare e quindi ad inficiare le colture che ad esempio sono a Prata, questo è l’esempio più classico che mi viene in mente adesso ma questo per dire che dichiarare in maniera risoluta che il Comune è antitransgenico e pubblicizzarlo anche lo riteniamo proprio come maggioranza, come ragionamento eccessivo per il momento. Abbiamo pensato che sarebbe più corretto, che è più corretto insomma fare in modo che questa comunque delibera, questa mozione abbia una sua costruzione, un suo contesto che sostanzialmente non cambia, perché ha la sua importanza e ha una sua fondatezza molto importante proprio per i motivi che abbiamo detto prima, per cui la proposta era proprio quella di dire: in questa sede non mettiamo il punto N. 4 perché va un po’ troppo oltre rispetto a quelle possibilità, a quelle valutazioni che possiamo fare oggi noi in questa sede.

Prego, Consigliere Puiatti.”

Consigliere Puiatti: “Il nostro scopo era effettivamente quello di comunque dare un segnale. Io lascerei comunque “dichiarare la volontà di essere Comune antitransgenico”, se poi non riusciamo a

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pubblicizzarlo proprio per questo scrupolo e comunque lasciare la volontà non lo stralcerei completamente il punto quattro “dichiarare la volontà del Comune di essere antitransgenico”, a quel punto, che sarebbe la conclusione. “

Consigliere Rizzi: “La sottigliezza è proprio questa: un conto è dichiararsi contrari all’antitransgenico e un conto è dichiarare di essere esenti dall’antitransgenico, cosa assolutamente impossibile perché nelle nostre realtà qualsiasi allevamento bene o male ha mangimi che per provenienza estera (giusto per fare un esempio) sono contaminati e quindi è praticamente impossibile che il Comune si possa dichiarare esente da organismi geneticamente modificati.”

Cons ig lie re Pic ci ni n ( Proge ttia mo il Fut uro) : “M i vie ne a nc he da pens are a lla paro la “commercializzare”, se compriamo… Quindi va valutato se mettere anche “commercializzare”, mi sbaglio? Sì, è vero che si intende che uno vende.Però il commercio è comprare e vendere.”

Consigliere Puiatti: “Va bene ma tutto è interpretabile, faccio anche l’esempio: i Comuni che si dichiaravano denuclearizzati se gli arrivava una barra di uranio nel Comune non lo potevano garantire neanche loro!”

Consigliere Piccinin: “Siccome stiamo parlando di una cosa ipotetica la scriviamo anche in maniera…”

Consigliere Puiatti: “Tutto è interpretabile però io sul punto quattro chiedo che si mantenga almeno la dichiarazione di volontà di essere antitransgenici, solo quello, altrimenti si va praticamente ad annullare anche il punto uno e il punto quattro sarebbe la sua conclusione, effettivamente.
Tutto qui, solo la dichiarazione di volontà.”

Il Sindaco: “Chiediamo la parola all’esperto. Consigliere Rizzi, prego. “
Consigliere Rizzi: “Qui non è questione di essere esperti. Concordo, si può lasciare la dicitura “volontà

di essere Comune antitransgenico”.”

Il Sindaco: “Quindi “a dichiarare la volontà del Comune ad essere antitransgenico”.”

Consigliere Rizzi: “La volontà di esserlo, poi…”

Il Sindaco: “Scusate, sul discorso “commercializzati” invece, parliamo del punto uno che dice “ad impedire sulla base del principio di precauzione”.”

Consigliere Rizzi: “Se uno compra il mangime per alimentare e ingrassare un animale non è detto che poi a uto ma t ica me nte q ue llo s ia cons ide rato un prodot to tra ns ge nico, perc hé do vr ebbe essere geneticamente modificato l’animale, allora.”

Il Sindaco: “Lasciamolo, togliamo solo il vocabolo “trasportati” proprio per quell’impedimento che abbiamo detto prima. Il punto due resta uguale, il punto tre “ad invitare le aziende fornitrici di pasti e derrate nelle mense pubbliche scolastiche a non utilizzare gli alimenti contenenti OGM” e il punto quattro diventa “a dichiarare la volontà del Comune ad essere antitransgenico”.

Quindi, se abbiamo raggiunto la definizione, io pongo in votazione la mozione così come ho detto adesso. ”

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CON voti unanimi e favorevoli espressi ed accertati per alzata di mano dai n. 17 Consiglieri presenti e votanti,

DELIBERA

1. di approvare la mozione presentata dal gruppo consiliare “Cambiare Prata”, con le modifiche concordate nel corso della discussione in premessa riportata;

2. di impegnare quindi il Sindaco e la Giunta:

  1. Ad impedire, sulla base del principio di precauzione e della valutazione degli aspetti socio- economici, che sul territorio del Comune di Prata di Pordenone vengano coltivati, allevati, sperimentati in campo aperto e commercializzati organismi geneticamente modificati;
  2. A mettere in atto ogni intervento di competenza dell’amministrazione comunale sul controllo della qualità degli alimenti agricoli e di allevamento prodotti sul territorio;
  3. A invitare le aziende fornitrici di pasti e derrate nelle mense pubbliche e scolastiche a non utilizzare alimenti contenenti OGM;
  4. A dichiarare la volontà del Comune di Prata di Pordenone ad essere “Antitransgenico”.

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Letto, confermato e sottoscritto,

Il Presidente Il Segretario
F.to FAVOT DOTT. DORINO F.to ROVER DOTT. PAOLA

ATTESTAZIONE DI INIZIO PUBBLICAZIONE

Si attesta che la presente deliberazione viene affissa all’Albo pretorio il 06/12/2013, ove vi rimarrà a tutto il 21/12/2013, e comunicata ai capigruppo consiliari ai sensi dell’articolo 1 comma 16 della L.R. 11/12/2003 n. 21.
Comune di Prata di Pordenone, lì 06/12/2013

Il Responsabile della Pubblicazione F.to SIG.RA ORIETTA SCUDELER

ATTESTATO DI ESECUTIVITA`

La presente deliberazione diventa esecutiva il giorno 21/12/2013, decorsi 15 giorni dalla pubblicazione (art.1, comma 19 della L.R. 11/12/2003 n. 21 come modificato dall’art.17 della L.R. 24/05/2004 n. 17).

Il Responsabile dell’Esecutività F.to SIG.RA ORIETTA SCUDELER

E’ COPIA CONFORME ALL’ORIGINALE SOTTOSCRITTO DIGITALMENTE AI SENSI DEL D.P.R. 445/2000 E DEL D.LGS. 82/2005 E SUCCESSIVE MODIFICHE E INTEGRAZIONI.

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OGM: NON E’SOLO UN CAMPO

Il 26 giugno scorso c’è stato un presidio davanti alla sede istituzionale della regione Friuli Venezia Giulia, con striscioni colorati, distribuzione di volantini e interventi che hanno ribadito un secco no a questa agricoltura che inquina e devasta il territorio, e di come gli Ogm siano una risposta paradossale delle multinazionali che hanno trasformato l’agricoltura contadina in agroindustria. A seguito del presidio c’è stato un incontro con l’assessore Sergio Bolzonello al quale è stata presentata a più voci l’urgenza di intervenire per l’eliminazione dei campi OGM in Friuli considerando i tempi biologici della fioritura e impollinazione che attualmente si sta verificando, e non aspettando i tempi canonici della Magistratura (30-60 giorni del ricorso e così via). Dopo le prima incertezze e consultando il legale a cui la regione si riferisce, l’Assessore ha promesso l’impegno dell’Amministrazione regionale a far rispettare la normativa vigente:

· Decreto Interministeriale del 12/07/2013 denominato “Adozione delle misure d’urgenza ai sensi dell’art. 54 del Regolamento CE n.178/2002 concernenti la coltivazione di varietà di mais geneticamente modificato MON 810” pubblicato sulla GU Serie Generale n.187 del 10-8-2012

* 2 sentenze, del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato, che si oppongono al ricorso fatto contro il suddetto Decreto

* a questo provvedimento sono state inserite delle specifiche norme sanzionatorie per cui chi semina, coltiva e raccoglie OGM per venderli, rischia dai 6 mesi ai tre anni di condanna penale e una multa da 10 mila a 30mila euro, sancito nel decreto legge del 24/06/2014 n. 91 pubblicato sulla GU del 25/06/2014

* Una Legge regionale (LR 5/2014) che modifica la LR 5/2011, che definisce la Regione FVG territorio OGM FREE in applicazione alla normativa comunitaria vigente e che recentemente è stata ratificata dalla CE tramite il silenzio/assenso.

* Una moratoria regionale inserita nella LR 5/2014 che vieta per 12 mesi la coltivazione degli ogm in FVG e contiene delle norme sanzionatorie che prevedono multe da 5000 a 50000 euro (attualmente Fidenato è stato multato per 10000 euro per ogni campo coltivato) e la distruzione delle colture transgeniche in atto.

Quindi, per tutto il pacchetto di leggi e decreti che definiscono la normativa, il vice Presidente della Regione FVG e Assessore alle attività produttive Bolzonello, ha impegnato la Regione Friuli a procedere con una Ordinanza di distruzione delle colture ogm emessa lo stesso 26 giugno verso il conduttore dei campi transgenici, lasciando che egli stesso possa procedere entro 5 giorni e poi se ciò non si fosse verificato, avvisata la Procura, distruzione immediata da parte della Forestale regionale.
Il 09 luglio, finalmente il Corpo Forestale passa all’azione trinciando tutti i campi coltivati a MON 810, tranne quello di Colloredo di Montalbano ( frazione di Laibacco ) in provincia di Udine, dove si sono trovati a picchetto un gruppo di agricoltori plagiati dalla Monsanto, alcuni di loro simpatizzanti e attivisti di Casa Pound, i quali hanno impedito la bonifica di quell’area trincerando con i trattori l’entrata del campo. Durante la mattinata sono arrivate le dichiarazioni di Bolzonello il quale sostiene la necessità di far rispettare la normativa e pertanto, nel giro di qualche giorno anche quel campo sarà estirpato. Il responsabile della forestale, a Colloredo ha confermato che stanno procedendo a norma di legge in un’operazione a carattere ovviamente riservato.
Il Coordinamento tutela biodiversità fvg e il Coordinamento zeroogm del Veneto non pensano comunque che la battaglia sia finita, anzi per noi è solo l’inizio di una lunga stagione di lotte, ricordiamo infatti che la legislatura vigente sanzionatoria ha carattere temporaneo, la moratoria del FVG scade la prossima primavera e il Dlgs del 10 agosto 2013 scadrà a febbraio 2015. Ovviamente c’è comunque anche la legge regionale che dovrebbe bloccare definitivamente le coltivazioni friulane, ( ma su questo si hanno comunque delle riserve ). Si attende la decisione della Comunità Europea, la quale si esprimerà al mese di settembre per approvare le modifiche alla legge comunitarie 18/2001, secondo la quale ogni Stato membro avrà la facoltà di decidere di legiferare affinché il proprio territorio rimanga Ogm-free. Anche su queste modifiche esistono comunque molti dubbi, nostri e dei vari movimenti no ogm nazionali (Task force, associazione noogm) dal momento che potrebbero non portare ad un’effettiva libertà di scelta, mancando, sembra, la possibilità che prima esisteva, di agire con clausola di salvaguardia e quindi anche per fini ambientali e di salute. Per di più siamo prossimi alla stipula degli accordi del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) e con questi della perdita della sovranità agricola, alimentare e commerciale dei Paesi che firmeranno. Si tratta dell’accordo fra Ue e Stati Uniti per il libero scambio: creazione di un mercato unico per merci, investimenti e servizi tra Stati Uniti e Unione Europea attraverso l’abolizione dei dazi e l’uniformazione di leggi e regolamenti internazionali. Ma con la possibilità di commerciare maggiori quantità di merci, entrano però obblighi a cui sottostare, regole dettate dalle multinazionali e da un mercato Statunitense in cui tra l’altro, sono presenti ormoni, additivi e transgeni in qualità e quantità non accettate fino ad ora dalla popolazione Europea. Se gli Stati firmatari, una volta stipulato l’accordo, non si comporteranno adeguatamente (direttamente valutati dai sistemi commerciali multinazionali), saranno obbligati a pagare pesanti sanzioni. Un accordo che rischia di cambiare completamente le nostre vite da qui a breve. Qui di libertà e sovranità degli Stati non si parla.

Altro aspetto di rilievo su cui lavorare è la questione della mangimistica: infatti, se la normativa vigente vieta la coltivazione di colture transgeniche, dal 2004 non è vietata l’importazione di soia e mais Ogm proveniente dal continente americano, destinate alla produzione di mangimi che vanno ad alimentare animali allevati normalmente in modo intensivo.
Una delle tante bugie che riguardano gli OGM è legata alle micotossine, i pro OGM affermano che essi risolverebbero tale problematica. Una falsità! Infatti negli Usa, dove il mais coltivato è quasi tutto OGM, i limiti massimi di aflatossine sono di gran lunga pià alti che in Italia e UE. Un problema legato invece alla mancata rotazione, all’alta densità delle coltivazioni, agli stress e climatici Per quello che riguarda la soia poi, esistono anche altri aspetti che riguardano l’uso indiscriminato di diserbanti, sempre dominio delle Multinazionali.
Siamo consapevoli delle difficoltà che il settore primario si trova ad affrontare ma invitiamo tutti i produttori a non farsi illudere dalle facili promesse che propongono una soluzione che è in realtà un paradosso a dei problemi creati dallo stesso sistema produttivo, come un cane che si morde la coda. Invitiamo tutti gli agricoltori a riscoprire i saperi contadini e ad emanciparsi dal dominio delle multinazionali.

COORDINAMENTO TUTELA BIODIVERSITA’ FVG

COORDINAMENTO ZEROOGM VENETO

2013-11-24 11.36.55

Report Presido del 26 giugno a Trieste

Per quanti non avessero potuto partecipare la presidio davanti alla sede istituzionale dell’amministrazione regionale riportiamo di seguito la sintesi di quanto è accaduto.

Eravamo circa una trentina di persone, non molti ,nemmeno pochi vista la giornata lavorativa, c’eravamo noi del coordinamento biodiversità, ma anche molti veneti, tra cui anche il gruppo di coltivacondividendo di Feltre.
Numerosi striscioni colorati, cartelli con scritte ironiche e il falcetti in cartone preparati da Oscar colorati che ognuno di noi ha indossato, più due d’oro da consegnare a Bolzonelllo e alla Seracchiani, alcune piante provenienti dal campo di Fidenato che alcuni giorni prima ha avuto l’ennesima incursione. Si sono alternati
molti interventi che sostanzialmente ribadivano la contrarietà ad una agricoltura sempre più industriale, basata sulla monocoltura del mais che sta devastando, ora anche con l’aiuto del mon810, la biodiversità dei territori. Non si deve dimenticare inoltre che la maggior parte del mais prodotto non serve per il consumo alimentare diretto bensí per l’alimentazione animale, altro settore che si sta incrementando in modo abnorme diventando il principale artefice dell’inesorabile distruzione dell’ecosistema. Si è puntato il dito contro i trattati economici già stipulati ed altri in procinto di essere firmati che non fanno altro che rafforzare il dominio delle multinazionali non solo nei confronti dei singoli ma di intere nazioni. Ancor più grave è il fatto che tutte queste rimangono e rimarranno segrete. Abbiamo denunciato la pericolosità insita nella decisione di lasciare libere le multinazionali di brevettare i semi dando così ulteriori strumenti per monopolizzare la produzione agricola mondiale. Ovviamente non ci siamo fermati alle denunce poiché sia il nostro coordinamento tutela biodiversità che il coordinamento zero ogm partono da un no deciso contro gli ogm per proporre un nuovo modello di progresso sociale e agricolo, un modello che si avvalga di un rapporto più stretto tra produttore e consumatore, rivalutando e rinnovando il ruolo dei mercati cittadini, che supporta una coltivazione varia e che utilizza le rotazioni colturali, e che si basa sul libero scambio delle sementi, in speciale modo quelle autoctone, ma anche che riduce drasticamente l’uso e l’abuso di proteine animali. Le sfide sono molte e davanti a tutto ciò le istituzioni sono ferme, vanno avanti a moratorie tenendo un profilo molto basso, e non avendo un benché minimo straccio di proposte per il futuro. Non si può andare avanti a moratorie, come dimostra la nuova ondata di moria delle api. Verso le 12 è uscito Bolzonello, e la situazione non era ancora ben chiara visto che si trincerava dietro al solito “abbiamo fatto tutto il possibile!”
Verso le 12 è arrivato Bolzonello, di ritorno da una riunione sul PSR, si è fermato con noi e ha scambiato alcune battute, dove in sintesi gli abbiamo fatto presente che i tempi della magistratura non sono quelli biologici e che a breve le piante di Mais OGM sarebbero fiorite contaminando ulteriormente l’ambiente circostante, schiarimenti rispetto alla totale impunità di Fidenato e della debolezza dell’attuale legislazione vigente, nella quale non c’è nessun riferimento ad agire con la distruzione di tali colture da parte del Corpo Forestale. e’ stato ribadita la contraddizione della moratoria che da un lato vieta, ma poi chi semina e coltiva illegalmente viene al massimo sanzionato ma le coltivazioni continuano ad essere presenti.
In quei 20 minuti di colloquio esterno gli abbiamo spiattellato sotto il naso il documento del direttore della Forestale regionale che ipotizzava un lungo percorso che prevedeva l’ipotesi di eventuali ricorsi da parte di Fidenato e l’applicazione preventiva di misure di coesistenza nel caso le cose andassero per le lunghe. Cosa per noi inaccettabile!
Non dimentichiamoci che la legge regionale del FVG che, tramite il silenzio/assenso , è stata avvallata dalla commissione europea si muove nell’ ambito della coesistenza e che è in corso il progetto impellente di modificare la normativa europea sugli ogm .
Verso le ore 14 unadelegazione di una decina di persone ha avuto un incontro con Bolzonello nel quale ha esordito per primo affermando che, proprio in virtù del silenzio/assenso dell’Europa sulla legge regionale, la regione dopo i 5 giorni di tempo dati a Fidenato, segnalerà l’eventuale inadempienza dell’ordinanza di distruzione e potrà intervenire direttamente per la distruzione dei campi.
Nella sostanza, come già emergeva nel documento di Stroppa, finché non era sicuro l’avvallo della CE, loro avrebbero continuato ad avere “paura della propria ombra” e si sarebbero mossi solo in ambito giuridico, senza avere il coraggio di fare “scelte politiche” ( come hanno fatto l’anno scorso). In tale sede è stato garantito che nel pomeriggio sarebbe arrivata la comunicazione a Fidenato in cui si intima la distruzione dei campi entro 5 giorni, con la garanzia che, nel caso non fosse eseguita, il corpo forestale entro 2 giorni eseguirà comunque l’abbattimento e a rimozione delle colture. Vittoria? È certamente presto per dirlo.
Si vedrà il da farsiLa situazione resta nebulosa e forse è meglio essere cauti sul cantar vittoria, quindi per ora attendiamo che trascorrano 10 giorni e poi vedremo cosa succederà, intanto noi ci vediamo in assemblea mar 01 giugno 2014 a Motereale Val Cellina, presso il Circolo Tina Merlin alle 20.30, invece 08 giugno 2014 appuntamento a Padova per l’assemblea del coordinamento zeroogm Veneto.

Il MON 810, OGM coltivato illegalmente in Italia. Quali conseguenze?

Molti non sanno che in Italia si sta coltivando mais OGM della Monsanto, il discusso MON 810. Non è legale farlo, no, non lo è. Ma con il sostanziale assenso della Regione Friuli Venezia Giulia, che ha ritenuto sufficiente una banale ammenda amministrativa e una futura e incerta rimozione delle colture a carico degli agricoltori, siamo nella situazione in cui materialmente il mais OGM sta crescendo e sta diffondendo il proprio gene mutato sulle colture non ogm vicine.

La Regione Friuli Venezia Giulia, in realtà, non ritenendo sufficiente il decreto del 12 luglio 2013 del Ministero della Salute [1] che vieta la coltivazione di mais MON 810, si è mossa. Visto che pareva non venire rispettato da alcuni agricoltori del posto, ha deliberato il 28 marzo 2014 [2] introducendo una moratoria alla semina di OGM nel proprio territorio, con particolare riferimento al MON 810. Il problema non è quindi l’assenza di leggi, ma il rispetto di queste.

Le colture vicine, alcune isolate per il biologico, vengono contaminate irrimediabilmente. Se ci saranno dei controlli, gli agricoltori che fanno mais nei dintorni, avranno l’impossibilità di vendere il raccolto e dovranno distruggerlo. Ma se non ci saranno controlli da parte di enti certificatori (e in Italia purtroppo i controlli a campione sono rari) possiamo essere certi dell’immissione sul mercato italiano di mais OGM.

Oggi, 26 giugno 2014, diversi agricoltori del Coordinamento per la Tutela della Bio-diversità si trovano davanti al Consiglio Regionale riunito, per chiedere il rispetto delle leggi già esistenti. Il problema è infatti che il mais MON 810 viene coltivato in Friuli. “L’ogm in questione, prodotto dalla multinazionale Monsanto (azienda finita più volte al centro di polemiche a causa della tossicità dei suoi prodotti), viene infatti seminato e raccolto senza troppi problemi da un gruppo di agricoltori locali, capitanati dall’imprenditore agricolo Giorgio Fidenato“.[3]

Com’è possibile che una coltivazione vietata venga fatta su larga scala, sotto gli occhi di tutti? Chiediamoci allora come agisce la Monsanto per introdurre le sue sementi nei paesi a cui è interessata. Paga e fa leva sull’ignoranza, due ambiti in cui in Italia possiamo stabilire dei primati. Il fatto che questo comportamento sia dannoso e lo sia in modo consapevole sia da parte degli agricoltori che si prestano a queste colture che da parte delle istituzioni è lampante. Abbiamo ormai un’ampia casistica di come la Monsanto si è mossa nel mondo degli OGM senza alcun riguardo per l’etica e per la salute umana [4].
Sappiamo anche che più volte e in più modi ha manovrato direttamente dei governi, come l’amministrazione Bush, e degli organismi internazionali di controllo come la WTO: comprando voti, finanziando campagne elettorali, esportando sementi OGM in paesi europei dove non è consentito, convincendo agricoltori a infrangere le leggi e qualche amministrazione a non intervenire, dando il via a contaminazioni di cui tutt’ora non conosciamo l’entità, la pericolosità e solo in parte il danno.
Materialmente, trovano una falla di sistema, qualcuno di convincibile: qualche agricoltore, magari in una regione poco attenta o con persone dell’amministrazione che per ignoranza, o pigrizia, o peculato, possono ignorare la questione o procrastinarla. Ed ecco che la semente OGM entra in circolazione, contamina le coltivazioni vicine in un effetto domino che arriverà anche a coltivazioni più lontane. E comincia il danno.

Nel caso di oggi del Friuli-Venezia Giulia, l’agricoltore si chiama Giorgio Fidenato [3] e guida un gruppo di agricoltori che, contro la legge italiana che vieta l’uso di sementi OGM, hanno deliberatamente seminato il Mais MON 810 fornitogli dalla Monsanto. L’agricoltore pare sia già stato sanzionato per 40mila euro circa, ma la cifra per un agricoltore è ridicola: equivale a una multa per divieto di sosta per un impiegato medio e c’è anche un’ottima possibilità che la possa pagare con qualche sovvenzione italiana o europea per l’agricoltura. Una scocciatura, in pratica, ma niente che gli blocchi l’attività o fermi almeno queste coltivazioni. Gli è stato anche intimato di rimuovere le colture, colture che però ormai sono quasi pronte per la raccolta, hanno sicuramente già contaminato i campi vicini e sono ancora lì a ondeggiare nel vento.

Dove sta la pericolosità negli OGM? Cercando di essere il più semplici possibili, per creare una pianta OGM, dei geni estranei vengono introdotti nella pianta e per separare le piante che hanno incorporato il transgene da quelle che non l’hanno fatto, vengono utilizzati dei marcatori della resistenza agli antibiotici. Le cellule delle piante geneticamente modificate vengono fatte crescere in un mezzo che contiene un antibiotico: quelle che muoiono sono quelle con il gene senza il marcatore dell’antibiotico, quelle che sopravvivono contengono il marcatore di resistenza all’antibiotico, il gene e il transgene introdotto.
I problemi già qui sono principalmente due: il marcatore di resistenza all’antibiotico resta e in più c’è una totale impossibilità di prevedere quale sarà l’esatta collocazione del gene nel cromosoma.
Che l’ingegneria genetica sia precisa e perfettamente prevedibile è infatti una leggenda metropolitana.
Un’altra leggenda metropolitana spacciata per vera da alcuni giornali di divulgazione di massa, è che l’ingegneria genetica faccia lo stesso lavoro dell’ibridazione manuale ma in un tempo minore. La leggenda sostiene che, se per ibridare una pianta rendendola più resistente o diversa ci vogliono selezioni di anni, a volte secoli, la moderna genetica ci permette di farlo in pochi mesi. Nulla di più sbagliato, l’ibridazione naturale e gli OGM sono ambiti diversi. L’ingegneria genetica infatti ricombina materiale genetico proveniente da specie diverse che in natura sarebbe impossibile o estremamente difficile ibridare, spesso ricostruendo in laboratorio molecole simili di una specie da impiantare in un’altra. Gli effetti di questi impianti transgenici hanno effetti imprevedibili a livello fisiologico, biochimico e dell’ecosistema. Imprevedibili, non prevedibili, potenzialmente molto dannosi.

Vorrei proporre, come esemplificazione necessaria di quello che può succedere, il caso dell’agricoltore Gottfried Glöckner, un caso ampiamente documentato [6]. Gottfried Glöckner cominciò ad usare il mais OGM BT-176 prodotto dalla Syngenta (fusione delle divisioni agricole di Novartis e AstraZeneca) pensando di migliorare le proprie coltivazioni e il mangime per gli animali che allevava.
Il mais BT-176 è prodotto con l’introduzione di una tossina del Bacillus thuringiensis, tossina che dovrebbe eliminare la piralide del mais (Ostrinia nubilalis) e la la diabrotica (Diabrotica virgifera virgifera) e permettere una resa del 100% del coltivato, contro l’80% della media europea danneggiata da questi insetti. Il presupposto di partenza è che la tossina sia letale solo per gli insetti che danneggiano il mais.
Glöckner, agronomo laureato, ha raccontato di essere stato entusiasta nel cominciare l’esperimento nel 2001 e poi felice della resa di questo mais nei suoi campi che mostravano coltivazioni sane e abbondanti. In accordo con la stessa Syngenta e grazie ai suoi studi, documentava tutto come esperimento positivo.
Il mais così prodotto veniva utilizzato solo per i capi del suo allevamento. Dopo i primi tre anni di coltivazione in aumento progressivo e somministrazione progressiva del mais BT-176, gli animali cominciarono ad ammalarsi seriamente e a morire. Prima di capire che la causa era il mais OGM che dava come mangime agli animali, perse tutti i capi dell’allevamento.
Diversi studi scientifici e laboratori indipendenti coinvolti nella ricerca, hanno stabilito che la morte dei 70 animali tra cui vacche da latte avvenuta nell’allevamento di Glöckner era dovuta all’alta concentrazione di tossine contenute nel mais OGM, tossine che la Syngenta riteneva non poter essere ancora presenti nel mais una volta raccolto.
In quei tre anni di malattia progressiva degli animali, però, il latte delle mucche di Glöckner era stato venduto regolarmente ed è ipotizzabile che ignari consumatori siano stati vittime di un prodotto OGM, senza che sia possibile stabilire a posteriori un nesso certo di causalità nel passaggio o nell’effetto di questa tossina tra pianta-animale-uomo.
Nonostante la Syngenta non abbia mai ammesso le proprie responsabilità e neghi la permanenza di questa tossina nel mais OGM Bt176 , molti istituti di ricerca affermano il contrario. Uno in particolare, l’Istituto Federale Svizzero di Tecnologia Geobotanica di Zurigo ha esaminato il mais prodotto da Glöckner riscontrando che, non solo le tossine erano presenti in alta concentrazione ma “hanno una forma estremamente attiva e incredibilmente stabile“. [7]

Il mais ogm BT176 è tutt’oggi in uso, avendo dato la Commissione Europea un’opinione di supposta non pericolosità, derivata dagli studi compiuti dal Gruppo GMO dell’EFESA che sostanzialmente sposano il parere della Syngenta, il produttore. L’EFESA è la stessa che dava parere negativo all’uso della stevia, finché le multinazionali non hanno ritenuto meglio produrre dolcificanti a base di stevia.

Il mais MON810 coltivato in Friuli è molto simile al BT176: è prodotto anche lui con l’introduzione di un gene del Bacillus thuringiensis, che fa produrre alla pianta una tossina letale per la piralide del mais. Suona familiare la storia? Infatti è la stessa delta-endotossina o endotossina Bt del mais BT176 del caso Gottfried Glöckner.

Lo mangereste questo mais, nel dubbio? Come fate a controllare che non sia presente in altre forme nel cibo che consumate?

E’ per questo che si rende necessario e urgente fare in modo che le leggi vengano rispettate e nel minor tempo possibile.
E’ per lo stesso motivo che bisogna vietare anche le colture artificiosamente chiamate “sperimentali”.
Le colture sperimentali di OGM in Italia non sono altro che ponti creati ad arte dalle multinazionali come Monsanto per introdurre gli OGM stabilmente, facendo leva nient’altro che sul bisogno disperato di soldi di qualche università, di qualche professore, di qualche politico.

 

— Note—

[1] Ministero della Salute, Decreto 12 luglio 2013, “Adozione delle misure d’urgenza ai sensi dell’art. 54 del regolamento (CE) n. 178/2002 concernenti la coltivazione di varieta’ di mais geneticamente modificato MON 810. (13A06864)” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 187 del 10 agosto 2013

[2] “Disposizioni urgenti in materia di OGM e modifiche alla legge regionale 23 aprile 2007, n. 9 (Norme in materia di risorse forestali)” Regione Friuli Venezia Giulia, Legge n.5 del 28-3-2014

[3] Lino Roveredo del Coordinamento per la Tutela della Biodiversità FVG, intervistato da Stefano Tieri su Il Fatto Quotidiano del 25 Giugno 2014. Qui l’articolo completo.

[4] in italiano: Marie Monique Robin, Le monde selon Monsanto: De la dioxine aux OGM, une multinationale qui vous veut du bien, Arte Editions, 2008. (Traduzione italiana: Il mondo secondo Monsanto, Arianna Editrice, 2009).

[6] La trattazione più esaustiva del caso Gottfried Glöckner è quella contenuta nel testo di Broder Breckling et al., GeneRisk: Systemische Risiken der Gentechnik: Analyse von Umweltwirkungen gentechnisch veränderter Organismen in der Landwirtschaft (Umweltnatur- & Umweltsozialwissenschaften), Springer, 2007. (Sono però molti i testi che riportano l’esperienza documentata di Glöckner, tra cui quello più divulgativo di F.William Engdahl, Agri-business, tradotto anche in italiano).

[7] Ibidem

[8] “Parere relativo alle colture geneticamente modificate (mais Bt176, mais MON810, mais T25, colza Topas 19/2 e colza Ms1xRf1) oggetto di clausole di salvaguardia invocate nell’Articolo 16 della Direttiva 90/220 CEE“, EFESA, 11 aprile 2006

http://www.erbaviola.com/2014/06/26/il-mais-mon-810-ogm-coltivato-illegalmente-in-italia-quali-conseguenze.htm

26 giugno 2014 Presidio a Trieste per chiedere la distruzione delle coltivazioni di MON810

In Friuli Venezia Giulia sono orami alcuni anni che un gruppo di agricoltori continua a seminare, coltivare a raccogliere mais trasnsgenico, ottenuto con tecnologie grossolane e maldestre, oltre che eticamente discutibili. Nel 2013 è stato approvato un Decreto Interministeriale che vieta la coltivazione del MON810 e nella primavera del 2014 l’attuale amministrazione regionale ha varato una moratoria e nonostante la segnalazione di campi coltivati a OGM e l’autodenuncia di uno di questi agricoltori con grande clamore mediatico, tali colture continuano ad essere presenti, al contrario di quanto previsto dalla normativa vigente, per tanto come coordinamento tutela biodiversità, in accordo con il coordinamento zeroogm del Veneto abbiamo ritenuto doveroso organizzare un presidio per chiedere esplicitamente alla Regione di passare alle vie di fatto, prima che le piante vadano in fioritura.

L’appuntamento è in Piazza Oberdan, davanti alla sede istituzionale della Regione a partire dal ore 9.00

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Anticipata la festa della trebbiatura di mais OGM a Vivaro.

image image-1   Riceviamo e pubblichiamo. Avevamo capito che è vietato coltivare OGM, sembrava una legge dello Stato. Sembrava anche che il governo regionale avesse la volontà di impedire tali coltivazioni. Era un abbaglio! Di fatto la volontà è di farci capire e metabolizzare come tutto ciò sia inevitabile, tanto che ora si discute solo di regole per normare la coesistenza fra colture modificate e colture tradizionali, evitando di attuare la clausola di salvaguardia. Infatti, anche questa primavera, chi ha voluto seminare OGM ha potuto agire indisturbato. Per un attimo ci era sembrato che si volesse tutelare la nostra agricoltura, la nostra terra, la nostra dignità. Quello che invece accade è che tutti gli organi e gli innumerevoli enti regionali preposti al controllo, non prendendosi alcun onere e responsabilità, di fatto stanno tutelando gli interessi di grossi imprenditori e delle multinazionali che ci stanno dietro. Il parallelo è presto fatto: così come Bolzonello, Serracchiani e compagnia briscola si sono inchinati/inclinati di fronte a Fidenato ed il suo MON(A) 810, così noi “ONESTI MIETITORI” abbiamo messo a 90 le piantine incriminate. Abbiamo cominciato col levarne parecchie. Chissà se “lo Stato” che tutto vede e tutto può (quando vuole) è in grado di fare il suo lavoro: ESTIRPARE I CAMPI COLTIVATI A OGM . gli ONESTI MIETITORI http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2014/06/06/news/estirpato-nella-notte-il-mais-ogm-1.9371852#gallery-slider=1-7263081

Sentenze del Tar del Lazio e del Tribunale di Udine in materia di OGM Riflessioni e considerazioni

I vari provvedimenti legislativi di volta in volta emanati dalle nostre Istituzioni sulla questione degli OGM, non finiscono mai di stupirci per la loro profonda contraddittorietà.

In questo caso ci riferiamo alle recenti sentenze della Magistratura che riguardano due vicende: una è il ricorso al TAR del Lazio contro il Decreto Interministeriale 187 del 10 agosto 2013 emanato dal Governo, che vieta in Italia la coltivazione degli OGM per diciotto mesi e l’altra è il processo del Tribunale di Udine a un agricoltore friulano che aveva seminato mais transgenico nel 2011.

La stretta relazione tra le due vicende giudiziarie è particolarmente evidente, tenuto conto dell’imminente avvio della nuova annata agraria, caratterizzata da una serie di dichiarazioni da parte di alcuni agricoltori che annunciano la volontà di seminare varietà transgeniche determinandone la loro diffusione, con conseguenze gravi e irreversibili sull’ambiente, l’agricoltura e la salute.

La decisione del Tar di rinviare la sentenza sul suddetto Decreto Interministeriale di quarantacinque giorni, (di là dei risultati che prevediamo a favore del ricorrente), ci appare ispirata dal buonsenso e volta ad impedire l’aggravarsi della deriva transgenica per l’anno in corso. Invece, non è stata così oculata la decisione della magistratura locale di emanare, nello stesso giorno, la pur scontata assoluzione dell’agricoltore friulano.

Al solito, come le contraddizioni emerse lo scorso anno, tra la Regione FVG e il Governo nazionale, hanno favorito la coltivazione e il raccolto dei primi campi transgenici in Italia, ugualmente le attuali contraddizioni tra Magistratura locale e nazionale, continuano a incoraggiare le criminali provocazioni di quel manipolo di produttori, favorevoli all’introduzione di colture ottenute con tecniche transgeniche, al soldo delle multinazionali.

In questi giorni, subito dopo la sentenza friulana, abbiamo osservato un trattore che stava seminando sullo stesso campo che l’anno scorso era stato coltivato a OGM dal proprietario.

Se si trattasse ancora di una semina transgenica, in quel campo come in altri di chiunque altro, noi lo segnaleremo e verificheremo presto se le Istituzioni locali avranno il coraggio di applicare coerentemente i disposti legislativi, seppur deboli e temporanei, che vietano la coltivazione di mais MON810 ( ad es. la moratoria della Regione FVG), distruggendo immediatamente le colture e sanzionando i responsabili di quelle semine.

Lo ripetiamo da mesi, da anni, è assolutamente necessario impedire la diffusione di coltivazioni transgeniche su tutto il continente europeo (e a livello globale) modificando il contorto e contraddittorio sistema normativo che regola la diffusione degli OGM a favore della libertà di scelta degli Stati membri, a difesa della sovranità alimentare e per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile in stretta relazione con il territorio e la produzione di cibo sano.

Nel frattempo, è necessario che le nostre Istituzioni resistano alle pressioni delle multinazionali e alle attuali ingerenze della Commissione europea, emanando norme di divieto generalizzato su tutto il territorio nazionale, abbandonando definitivamente ogni riferimento alla coesistenza o alla definizione di sole zone ogm free, come invece intendono fare.

Infatti, sia la “nuova” modifica della LR del FVG ( che il neo ministro all’agricoltura, Maurizio Martina, vuole adottare a livello nazionale), sia le direttive della Commissione Agricoltura girate agli europarlamentari italiani, sono orientate verso quel tipo di provvedimenti. Altri Stati, come recentemente la Francia, stanno dimostrando molta più coerenza e determinazione. Speriamo possano servire da esempio.

COORDINAMENTO TUTELA BIODIVERSITÀ FVG

 

RESOCONTO ASSEMBLEA DEL COORD TUTELA BIODIVERSITA’ FVG del 09 aprile 2014

 

VALUTAZIONI E RIFLESSIONI SULL’INIZIATIVA DEL 06 APRILE
Tutti i presenti esprimono una valutazione molto positiva per la riuscita dell’iniziativa di domenica 06 aprile, siamo riusciti, nonostante il divieto della questura, ad avere una buona partecipazione, senza forzature ottenendo al contempo anche una buona visibilità mediatica: il TG3 regionale ci ha data la pagina di apertura all’edizione pomeridiana, e rimandato il servizio in serata, il Messaggero ha fatto un ottimo articolo, Il Gazzettino ha cercato di essere superpartes, con Furutagra, scrivendo un articolo di scarsa qualità. In sintesi siamo riusciti a tenere unito il fronte contrario agli OGM senza che questo si dividesse tra “buoni e cattivi”.
Dobbiamo ritenenrci pienamente soddisfatti anche sul piano organizzativo, non solo durante la manifestazione ma anche la settimana che l’ha preceduta dimostrando ottime capacità decisionali e alta determinazione nel portare a termine quanto ci erravamo prefissati.
Si evidenzia la ricchezza dei contenuti espressi durante l’iniziativa, da parte di tutti gli interventi, ma un plauso particolare è strato fatto a David, il quale ha saputo fare una sintesi efficace della sua tesi ( di cui abbiamo fatto girare in mailinglist il suo abstract), usando un linguaggio accessibile a tutti, senza banalizzare i contenuti. Siamo riuscì a coinvolgere persone che altrimenti non sarebbero stati presenti e questo è il risultato del lavoro che da mesi portiamo avanti nel territorio con il territorio.
Con rammarico invece viene evidenziato la presenza ambigua di un’anonima jeep bianca, posta a qualche centinaio di metri dal luogo in cui si svolgeva l’iniziativa, dentro la quale si trovavano agenti in borghese che filmavano e fotografavano coloro che passavano per manifestare il proprio dissenso agli OGM. Da tutti è stata valutata come violazione della libertà individuale e valutato come un metodo intimidatorio e dissuasivo. Uno dei presenti racconta di essere stato fermato senza che venisse mostrato alcun tesserino di riconoscimenti e senza una motivazione concreta.
Inoltre è stato evidenziato che un produttore abbia prestato un suo appezzamento per permettere comunque l’iniziativa abbia di fatto rotto il fronte, per lo più mediatico che i produttori locali sono tutti favorevoli a coltivazioni OGM, portando dalla nostra parte la Coldiretti.

SENTENZA DEL TAR
Il Tar in realtà non si è espresso, ha rimandato la sentenza a 45 giorni (vedi email), questo a nostro parere è un atteggiamento difensivo da parte della Magistratura Nazionale, la quale è evidente che registra una certa tensione intorno a questo tema, dall’altra è un sollecito al Governo a legiferare in maniera precisa e definitiva sugli OGM. Lo stesso giorno la magistratura locale ha assolto un produttore della provincia di Udine ” perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”, questo fa emergere la posizione politica nettamente favorevole agli OGM.
Si è deciso di fare un comunicato stampa in merito, anche e per stigmatizzare la buona riuscita dell’iniziativa del 6 aprile.
In Regione è stata comunque approvata una moratoria, debole e transitoria, ma pur sempre esistente, per tanto se non si riscontrano delle azioni di rispetto della normativa vigente, come è successo nel 2013 in cui l’amministrazione regionale ha continuamente rimpallato con il Governo nazionale che ha portato alla raccolta e vendita del MON 810, diventerà indispensabile fare una manifestazione a Trieste.

PROSEGUIMENTO DEI LAVORI
La fase in cui troviamo ci vede nella necessità di attuare delle azioni concrete.
Si continua con i comuni antitrangenici.
Si è pensato di fare delle iniziative divulgative, informative sul territorio con produttori e consumatori, da decidere e organizzare alla prossima assemblea.
Flash mob, con volantinaggio fuori dai supermercati, da definire e organizzare alla prossima assemblea.

DOMENICA 06 APRILE A VIVARO-PRESIDO CONTRO LE SEMINE OGM

9 aprile il Tar del Lazio sarà chiamato a esprimersi sulla conformità del Decreto Interministeriale 187 del 10 agosto 2013 che ha “proibito” (si fa per dire) per 18 mesi, fino al dicembre 2014, la coltivazione sul territorio italiano del Mon810, con il rischio concreto di lasciare un pericoloso vuoto legislativo. Inoltre, quest’anno c’è il pericolo che gli agricoltori che semineranno mais Mon 810 non saranno solo due, come nel 2013, ma potrebbero essere molti di più, come provato dalla volontà dichiarata di alcuni agricoltori in Veneto e in Lombardia di voler procedere con tali semine.
La battaglia sugli OGM potrebbe, per tanto, subire una svolta irreversibile modificando la situazione a favore degli amici della Monsanto.
La Regione FVG continua a mantenere una posizione ambigua: mentre l’assessore all’agricoltura Bolzonello fa la “voce grossa” minacciando una moratoria, appellandosi al neo-ministro dell’agricoltura Maurizio Martina “di attivarsi predisponendo molto velocemente tutte le misure necessarie a bloccare la semina di mais Mon810”, lo stesso vuole introdurre il regolamento sulla coesistenza, aprendo la strada alle colture OGM e facendo da “apripista” per le altre regioni italiane.
Occorre una mobilitazione ampia di tutta la società civile, delle associazioni ecologiste e di categoria, degli agricoltori bio e delle associazioni dei consumatori per chiedere interventi urgenti affinché si eviti una diffusione delle colture OGM, per bloccare il regolamento regionale sulla coesistenza e per sostenere una modifica della normativa europea che introduca la possibilità per gli Stati membri di vietare le coltivazioni OGM sul proprio territorio. La battaglia contro gli OGM é un’importante occasione per mettere in discussione un modello agricolo-industriale fallimentare, all’origine di grossi problemi ambientali. Il paradosso é che i fautori della cosiddetta “rivoluzione verde” oggi ci vogliono imporre le loro ricette per la soluzione di problemi che loro stessi hanno creato.